Dire sì e dire no

Tra gli esercizi di Biotransenergetica ce n’è uno che piace molto, sia a me che agli altri praticanti: si chiama DIRE SI’ E DIRE NO.
In questo esercizio si alternano le due posizioni e in modo fluido si passa da una posizione di apertura ad una di chiusura.

Nella posizione di apertura, nella posizione del sì la schiena si flette all’indietro, le braccia si aprono per accogliere mentre il viso si rivolge verso l’alto aprendo gola e bocca. Lentamente la struttura comincia a chiudersi, le mani si unisono e passando davanti al cuore si dirigono verso il basso, unite, la schiena si arrotola e ci si china verso il basso inarcando la schiena, il mento va verso il petto consentendo a tutta la colonna vertebrale di incurvarsi totalmente in una posizione di protezione, la posizione del no.

Impara a dire di no. Non lasciare che la tua bocca sovraccarichi la tua schiena. –Jim Rohn-

Perché questa pratica piace così tanto?
Come ho scritto in un altro articolo è frequente avere difficoltà a dire di no e ciò crea una quantità enorme di sì inautentici e interiormente conflittuali.
Questa pratica consente invece di fare esperienza libera del vissuto del vero sì e del vero no, vero in quanto vissuto su tutti i livelli del corpo e della mente: un sì che coinvolge corpo, energia, mente e anima, così come il no.

Sperimentando l’importanza di vivere coerentemente le due posizioni, che sono atteggiamenti fisici, ma anche psichici, spogliandole della connotazione negativa o positiva che viene loro abitualmente attribuita, la persona può comprendere come sia vivere quella posizione liberandosi dal suo proprio condizionamento, scoprendone spesso un senso e una funzione del tutto nuovi che non possono essere dettati a prescindere, ma si trovano stando in contatto col qui ed ora della posizione.

Durante la pratica possono riaffiorare immagini, ricordi ed emozioni collegate a momenti nei quali si è fatto esperienza di affermazioni mancate: un sì obbligato a causa di un no impossibile da dire, il senso di colpa per aver rinunciato a qualcosa in nome di una difficoltà a prendersi i propri spazi e definire i propri limiti, un no avventato e reattivo che ha interrotto un rapporto, ecc.

Foto: Kyle Glenn

Quando si integrano all’interno della pratica diversi livelli esperienziali legati alla risposte essi hanno la possibilità di sintonizzarsi, integrarsi ed “essere autorizzati” a coesistere senza giudizio o conflitto. In breve la persona sperimenta che può essere autentica nella sua scelta, nella sua risposta.
Spogliato da proiezioni sociali e personali ognuno potrà proteggere i propri confini personali, i propri spazi, scegliendo liberamente tra un sì ed un no, senza ledere all’altro, né a se stesso.

Mi sono scocciato di sottostare alla legge del vivere civile che ti assoggetta a dire sì senza convinzione quando i no, convintissimi, ti saltano alla gola come tante bolle d’aria. -Eduardo De Filippo –

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Meditazione con la candela

Buongiorno,
di seguito trovate la meditazione con la candela, una delle tecniche che propongo durante il Corso di Meditazione.

Vi consiglio di preparare bene lo spazio per la meditazione e poi concentrarvi sull’audio usando le cuffie.
Buon ascolto e buona meditazione.

Se sei interessato alla pratica della Meditazione, guarda qui se ci sono dei corsi attivi e iscriviti!

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Illusione e delusione

Illusione e delusione sono due componenti fondamentali della nostra vita relazionale: l’illusione nasce dalla proiezione di un proprio personale bisogno sull’altro; la delusione, diretta ed inevitabile conseguenza, arriva quando ci si scontra con la realtà che rivela l’altro per ciò che è e fa cadere il velo.

Beato colui che non si aspetta nulla perché non sarà mai deluso. – Alexander Pope –

Quanto è difficile vedere le cose per ciò che realmente sono?
Quanto è difficile non proiettare sugli altri le nostre emozioni, le nostre speranze?
Cerchiamo nell’altro la soluzione ad un nostro bisogno perdendo di vista la realtà, il contatto col presente della relazione.
Caricando eccessivamente l’altro di nostre aspettative ci mettiamo nelle perfette condizioni per vederle deluse: illusione e delusione sono le due facce della stessa medaglia.
L’illusione parte da me, da un mio processo mentale che spinge verso l’avanti, verso l’altrove, verso il futuro, caricandolo di aspettative e distraendo la mia mente dal presente, dalla realtà. Ed ecco che invece di osservare, sentire e percepire l’altro per ciò che mi sta dando, per ciò che mi sta dicendo, “volo” mentalmente verso ciò che credo mi stia dicendo, verso ciò che vorrei che mi dicesse. Aggiungo valore immaginato al valore reale della relazione.

Per non soffrire delusioni nei riguardi della natura umana,
dobbiamo cominciare col rinunziare alle nostre illusioni rispetto ad essa.
– Abraham Maslow –

Quando rimango deluso quasi sempre incolpo l’altro di avermi illuso; certo ci sono persone che vogliono creare le aspettative e le illusioni, ma bisogna comprendere come comunque tutto parte da me: questa presa in carico delle proprie responsabilità ci potrà rendere liberi in futuro.
Quando riesco a vedere le cose per ciò che sono, quando smetto di illudermi, nulla potrà deludermi.
Sono io che posso scegliere nel qui ed ora cosa e come elaborare le informazioni che arrivano alla mia coscienza: sono io che scelgo se restare in consapevole presenza dell’altro o lasciarmi travolgere dai miei desideri e i miei bisogni. E se mi ritroverò altrove la responsabilità sarà mia.

Nulla è più facile che illudersi. Perché l’uomo crede vero ciò che desidera. – Demostene –

Desiderio, dal latino desiderium, composto di de e sidera: la mancanza delle stelle. Ciò che mi manca crea il vuoto del desiderio, che io posso tentare di colmare sperando nell’esterno, nell’altro. L’illusione parte dal non riuscire a rimanere nel qui e ora della relazione; l’inganno della mente mi distacca da ciò che sta avvenendo qui ed ora, inserendo un‘interpretazione basata su una necessità spesso inconscia, che mi scolla dal presente per buttarmi su un futuro inesistente, che però desidero. Vedo ciò che voglio vedere, ma non ciò che è.

Doloroso è poi recuperare i pezzi che abbiamo maldestramente e ingiustamente “lanciato” sull’altro; pezzi di noi, nostri desideri e speranze di cui dobbiamo riappropriarci e riposizionare all’interno della nostra vita psichica. 
Questo processo di rielaborazione può necessitare di parecchio tempo, ma se appropriatamente assimilate, le delusioni possono essere di grande insegnamento.
Se sapremo osservarle con lucidità vedremo come esse ci parlano di noi e che il dolore che ne deriva ci da l’opportunità di prendere coscienza di chi siamo, del nostro vuoto, della nostra personale “mancanza delle stelle” e di come chiediamo all’altro di colmarlo.
Da questa comprensione può nascere una maggiore consapevolezza evolutiva che ci porta a fare scelte più consapevoli, legate alla realtà e meno ai nostri “bisogni” inconsci.
Per fare chiarezza nella relazione, per capire a che punto siamo in un rapporto è utile coltivare la consapevolezza, e la pratica migliore per allenarsi a stare nel presente è la meditazione. Qui trovate il link alla meditazione con il respiro, ma ne trovate altre se avrete voglia di curiosare sul sito e sperimentare…

Imparare a meditare

La meditazione è una tecnica che conduce verso una condizione di calma e silenzio all’interno della mente che consente di riconoscere il modo naturale di essere della mente e del corpo. Tramite questa pratica, insomma, torniamo in contatto con chi siamo veramente, al di là delle preoccupazioni o dello stress quotidiano che ci fanno perdere il centro di noi stessi.

La meditazione, pur essendo molto semplice nel meccanismo, non è semplice nella pratica, soprattutto all’inizio, quando ci troviamo a cercare di cambiare del tutto le nostre abitudine mentali: fare silenzio laddove c’è sempre stato tanto rumore, lasciare scorrere i pensieri anziché trattenerli e farci trascinare altrove da essi, creare il vuoto all’interno di noi stessi invece che riempire…

La meditazione è il raggiungimento di uno stato di chiara osservazione e consapevolezza.

In che modo posso raggiungere questo stato di presenza mentale?

Come posso imparare a meditare?

Diciamo che la tecnica è sempre quella di iniziare col concentrare la mente su un “oggetto” esterno o interno invitando la mente a restare consapevole nel qui ed ora. Tale oggetto può variare e così troviamo diverse tecniche: alcune insegnano alle persone a focalizzare la loro attenzione sul respiro, altre su un mantra o ancora su un oggetto fisico, ecc.

Non credo esista un metodo migliore dell’altro, in assoluto, ma siccome ognuno di noi è diverso, un metodo può essergli più appropriato e consentirgli con maggiore facilità di stare in ascolto e concentrarsi per il tempo necessario.

In quest’ottica ho creato e propongo dei corsi di meditazione, momenti di pratica diversi uno dall’altro per permettere di sperimentarsi in ognuno dei metodi a me conosciuti e trovare quello che più gli si addice.

Se siete interessati contattatemi, oppure cliccate qui per vedere se c’è un corso attivo ed iscrivetevi!